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don Bruno Ercolin

Ponte San Nicolò (PD), 04.11.1930 -

Sarmeola di Rubano (PD), 17.08.2023

Don Bruno Ercolin nasce il 4 novembre 1930 a Ponte San Nicolò da Giovanni e Luigia Varotto.

La famiglia comprendeva anche i fratelli Adriano e Silvano (già deceduto), le sorelle Ida, Ivana,

Lidia e Maria Luisa (le ultime due entrambe religiose).

Nella stessa comunità di Ponte San Nicolò viene battezzato e celebra la sua prima Messa:

l’ordinazione di 25 nuovi preti era avvenuta il 14 luglio 1957.

In seminario era entrato negli anni del liceo, sorretto dal clima della famiglia e della parrocchia

e si era immerso negli studi classici mostrandosi facile alla cultura e aperto al dono di sé.

Il primo incarico lo vede cooperatore a Brusegana per 10 anni: «Appena nominato sacerdote,

aveva tutto l’entusiasmo della sua nuova missione e si dedicò con vera passione alla formazione

delle nuove generazioni nelle quali ha lasciato un profondo ricordo», annotano le cronache del

tempo.

Nel settembre 1967 diventa mansionario della Cattedrale. In quegli anni don Bruno è anche

insegnante di religione presso la Scuola Media Statale Arrigo Boito e l’Istituto Magistrale

Duca D’Aosta.

Nell’autunno 1971 è inviato a Barbano come parroco, mentre nell’autunno del 1974 lo diventa di Fiesso d’Artico.

Uno dei tratti più significativi e nuovi del ministero di don Bruno a Fiesso fu l’impegno a tradurre la spinta post conciliare della Chiesa, non senza fatica rispetto a qualche pratica più tradizionale: in questo senso cercò di dialogare con il mondo operaio in momenti di grande sviluppo lavorativo; sostituì il bollettino parrocchiale con il foglio della comunità intitolato Il dialogo per creare ponti (e tuttora esistente); girava in bicicletta e stava tra la gente; investì nella formazione dei giovani inviandoli ai corsi diocesani di Villa immacolata, promossi dall’Azione Cattolica e dal vicariato; visse l’esperienza del terremoto del Friuli con la chiesa chiusa da maggio a Natale del 1976.

A livello di opere, e coinvolgendo i parrocchiani, ristrutturò la torre campanaria lesionata dal terremoto, istituì un comitato per aiutare il Friuli e fece un ampliamento dell’asilo.

Dal giugno 1983 è parroco di Montà, in Padova.

Trova una parrocchia di circa 2500/3000 abitanti che nei precedenti 10 anni aveva vissuto cambiamenti molti vorticosi, con il completamento travagliato della chiesa, il rinnovamento conciliare e qualche tensione non ancora sopita.

La sua presenza pastorale, molto ordinaria, probabilmente favorì un certo assestamento della comunità, prima del grande boom demografico e pastorale degli anni ’90.

A lui si deve una meticolosa anagrafe manuale della parrocchia, via per via, rivelatasi ancora oggi un utile strumento di identificazione.

Si adoperò molto per l’ampliamento della Scuola dell’Infanzia e per il completamento del campanile della chiesa: opere che ancora oggi rimangono come segno della sua azione nella comunità.

Con la grande espansione demografica della parrocchia, nel 1994 chiede di essere trasferito, anche per motivi di salute e si ritira in un ambiente della parrocchia di Ponte di Brenta, prestando servizio alla comunità e alle religiose salesie.

Successivamente si trasferisce nella Casa di Riposo Breda, divenuta nel 2010 Istituto Configliachi Residenza Breda, come assistente spirituale.

Vi resta per diverso tempo, fino al ricovero resosi necessario nel maggio 2023 presso l’Opera della Provvidenza di Sarmeola, dove la morte lo coglie nel mattino del 17 agosto scorso.

Tra i tratti che contraddistinguono don Bruno, così come evidenziati nelle diverse esperienze di ministero e nelle relazioni, vi è il carattere forte e deciso, allo stesso tempo disponibile e buono, calcolatore e paziente, fraterno e sereno.

Viene ricordato come persona riservata, dalla fine ironia, di intelligenza acuta e profonda sensibilità, in particolare verso gli anziani.

Apprezzato nelle omelie, uomo di lettura e di studio, amante dei classici così come delle moderne riviste di teologia o di argomento diverso, godeva di una memoria "miracolosa", di cui faceva dono in modo spontaneo negli incontri con le persone, ritmando la conversazione di osservazioni acute, storielle e barzellette.

(Arrivato a Montà e data la particolare configurazione del quartiere, al tempo isolato tra due linee ferroviarie, si diede da fare perché arrivasse un’edicola nel quartiere).

Nel vicariato cittadino di Torre, dove ebbe modo di abitare per quasi vent’anni, lo si ricorda per la presenza bella tra i preti, cui offriva anche il commento alla parola di Dio.

Da ultimo, come si può notare dall’accompagnamento di tante persone in Casa di riposo, il suo ministero è stato puntuale ed «esposto al silenzio di un servizio umile, pronto ormai in tutto ad entrare definitivamente nelle mani del buon Dio».

 

Le esequie di don Bruno saranno celebrate nella parrocchia natale di Ponte San Nicolò, lunedì 21, alle ore 10.

A presiederle sarà il Vicario generale, essendo il Vescovo Claudio in Thailandia.

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