top of page

La carità nel tempo della fragilità


La carità nel tempo della fragilità

“Diamoci una mano”


Siamo a Natale. Ma vivremo questo Natale in modo diverso, come abbiamo vissuto anche l’ultima Pasqua. Siamo nel pieno dell’emergenza data dalla pandemia del virus Covid-19. In modo trasversale il virus ci ha rivelato la fragilità come segno distintivo della condizione umana. Questo ci spinge al fondamento del nostro essere cristiani: la carità, dono del Signore. Le fragilità sono e saranno tante. Non le conosciamo in realtà ancora tutte. E potranno riguardare chiunque, anche chi mai prima d’ora si era trovato in situazione di difficoltà.

In un momento come questo può emergere veramente la bellezza e la forza di una comunità. Persone che vivono nello stesso contesto, e che sanno da un lato accorgersi delle necessità di chi è accanto, e dall’altro che hanno il coraggio di chiedere aiuto. Una comunità che sa darsi la mano, con gentilezza e fiducia.


Per tutti questi motivi come Consiglio pastorale parrocchiale abbiamo pensato di accogliere la proposta diocesana denominata La carità nel tempo della fragilità, che tante altre parrocchie stanno attuando: quella di muovere due passi per rafforzare la nostra capacità di aiuto ai bisognosi e di aiuto reciproco. Ecco i due passi.

  1. Costituire come parrocchia un Fondo, che chiameremo “Fondo di sostegno sociale san Bartolomeo”. Per costituire il Fondo avremo anzitutto il contributo della Diocesi[1], che metterà a nostra disposizione 6000 euro. A noi viene proposto di provare a raddoppiarlo, con il contributo di tutti.

Il Fondo servirà ad aiutare nuclei famigliari o singole persone che abitano nel territorio della parrocchia, e che si trovano in difficoltà momentanea a causa della pandemia in corso. Le modalità, alcune già in atto in parrocchia, saranno varie:

  • prestito sulla fiducia (max. 1000 € per nucleo familiare);

  • contributi (in prestito sulla fiducia o a fondo perduto) ad esempio per: utenze di elettricità, gas, acqua, affitti e spese condominiali, spese sanitarie e ticket, spese per acquisto di materiale didattico, mensa scolastico, dei buoni pasto, trasporto per il tragitto casa-scuola, abbonamenti a Internet, strumenti elettronici (tablet, computer, ecc.), solo dopo aver accompagnato la famiglia a richiedere alla scuola stessa questo tipo di supporto per il quale sono disponibili fondi specifici, retta della Scuola dell’infanzia;

  • acquisto e consegna da parte della parrocchia di buoni spesa da utilizzare presso supermercati locali e acquisto generi alimentari per integrare il magazzino parrocchiale per le persone indigenti.


Per questo a partire dalla IV domenica di Avvento proponiamo una colletta parrocchiale (ricordiamo che quest’anno non si sono potute attivare altre azioni di sostegno alla carità). La colletta è una pratica antichissima dei cristiani, come ci raccontano gli Atti degli Apostoli. E’ il nostro segno comunitario per le feste di Natale.

Le modalità per contribuire alla colletta per il Fondo San Bartolomeo, sono le seguenti:

  • bonifico bancario (da preferire)

Intestazione: Parrocchia San Bartolomeo Apostolo in Montà

IBAN: IT58O0103062790000061388249

Banca: Monte Paschi

Causale: "Erogazione liberale Fondo SSP San Bartolomeo".

  • Tramite PayPal (all’indirizzo sanbartolomeopadova@gmail.com) oppure carta di credito (sul sito della parrocchia si trovano indicazioni più dettagliate).

  • Tramite offerta a mano, consegnata alla Segreteria parrocchiale o al parroco

  • Tramite cassetta in chiesa (esclusivamente prima e subito dopo le messe festive)


Si sottolinea che nessuno sarà incaricato dalla parrocchia di raccogliere fondi casa per casa.

  1. Il secondo passo (che deve andare di pari passo al primo) è quello del buon vicinato, diventare cioè sempre più buoni vicini, costruendo relazioni tra persone che sanno aiutarsi reciprocamente e diventando “sentinelle” attente ai bisogni e alle fragilità. Persone che non si vergognano tra loro nel dirsi le proprie difficoltà, e che sanno offrire anche l’aiuto concreto, anche a chi non ha il coraggio di venirlo a chiedere. Solo così potranno emergere anche situazioni di bisogno di chi non vuole recarsi direttamente in parrocchia, e preferisce rimanere nell’anonimato. Sarà la singola persona a farsi tramite discreto dell’aiuto che la parrocchia può mettere a disposizione.

Qui di seguito vogliamo rispondere alle domande che potrebbero sorgere:

  • Ma non basta quello che facciamo già come parrocchia? La situazione che stiamo vivendo ci chiede un di più di impegno, e anche modalità nuove per intercettare bisogni che non si manifestano nei modi soliti, o che sono temporanei.

  • Cos’è il prestito sulla fiducia? Il prestito sulla fiducia è una forma di aiuto che cerca di attivare una reciprocità: passata la difficoltà, nel tempo, la persona aiutata cerca di ripristinare il Fondo con una donazione simile all’aiuto ricevuto. Questo può mettere le persone meno a disagio nel chiedere l’aiuto temporaneo di cui hanno bisogno.

  • Chi deciderà come utilizzare i soldi del Fondo? Un comitato formato da: tre componenti il Consiglio pastorale (Vania Guggia, Giovanni Vecchiato e Andrea Sartorello), la responsabile della Caritas parrocchiale (Rosangela Santella), la referente del Centro di ascolto parrocchiale (Luigina Tomasi), il parroco (don Marco), e ….

  • Ci sarà un rendiconto sull’utilizzo del Fondo? Sì, ovviamente senza riferimenti a persone o situazioni, ma ci sarà il rendiconto puntuale sull’andamento del Fondo.

  • Lo scorso anno quante risorse la parrocchia ha destinato alla carità? Ha destinato 10823 euro. Ne erano stati raccolti 15288. Ciò che non è stato utilizzato nel 2020 verrà utilizzato nel 2021, andandosi ad aggiungere a quanto raccolto dalla colletta.

  • Abbiamo obblighi verso la Diocesi per la parte che ci ha dato? Sì, dobbiamo rendicontarne l’utilizzo entro la metà del 2021.

  • Il progetto ha un termine? Per la parte diocesana sì, ma poi noi come comunità potremo comunque decidere di alimentare ancora il Fondo San Bartolomeo, come strumento privilegiato per la carità nella nostra comunità.

  • Le altre iniziative di raccolta fondi verranno continuate? Sì, ma fino alla fine della pandemia alcune non saranno attuabili. Come parrocchia scegliamo dunque di concentrarci in questo periodo sulla colletta parrocchiale. In futuro queste iniziative potrebbero continuare ad alimentare il Fondo parrocchiale.

  • Ma la nostra parrocchia non ha anche i debiti da pagare? Sì, li ha. Con il nuovo anno presenteremo una sintesi della situazione debitoria della parrocchia, che è ancora significativa. Ma una comunità cristiana non può comunque mai smettere di impegnarsi anche nella carità. E la nostra parrocchia non ha mai smesso di fare carità. Faremo quel che potremo, come abbiamo sempre fatto, con l’impegno di tutti.


Scriveva il Vescovo Claudio qualche settimana fa «Quando qualcuno di noi, umiliato e bastonato, avrà bisogno di sostegno, dove potrà raccontare le sue amarezze, la sua disperazione e trovare comprensione? Per favore non dite «vai dal parroco» oppure «vai alla Caritas». Tutti coloro che busseranno alle porte delle nostre comunità devono trovare un fratello e una sorella che sa stare accanto a loro, che li ascolti, li incoraggi e li sostenga… con il cuore anzitutto».


Il Consiglio Pastorale Parrocchiale


[1] La Diocesi ha deciso già da diversi mesi di destinare alle parrocchie che ne faranno richiesta i fondi che la CEI ha stanziato per far fronte ai bisogni causati dalla pandemia di COVID 19.

NOTIZIARIO PARROCCHIALE

bottom of page